Bene, mettetevi comodi, una buona musica in sottofondo a far compagnia e che il lavoro abbia inizio.
Pochissimi ingredienti per un ripieno che stupisce: miele, mandorle, scorze d’arancia.
L’impasto? Solo acqua, farina 00, strutto e zucchero.
Sono i Coros o Coriccheddos nuoresi, conosciuti anche come i dolci della sposa.
Gioielli di rara bellezza che vengono preparati da centinaia di anni da mamme, zie, nonne, madrine in dono alla sposa. Immaginate il lavoro che sta dietro a od ognuno di questi biscotti e moltiplicatelo per cerimonie a cui partecipano anche 200 invitati.
La tradizione vuole che si regalino 9 Coriccheddos alla sposa (o di più nelle famiglie più ricche) e che vengano confezionati in ceste di asfodelo insieme a grano e fiori, come segno di buon auspicio e di un futuro rigoglioso e sereno.
Anche gli invitati che, da un matrimonio sardo non vanno mai via a mani vuote, ricevevano e ricevono ancora oggi, questi dolci come bomboniera.
Ciò che impreziosisce ancora di più il lavoro, è che per la loro realizzazione, sono necessarie delle rotelle taglia-pasta artigianali, s’arrodixedda, che li personalizzano e li rendono unici. Il resto è lasciato all’abilità e alla fantasia di chi li realizza.