Da quando l’ho scoperto non ne faccio più a meno e devo dire che ha suscitato una tale curiosità che non appena ho diffuso la ricetta sui social, subito mi sono arrivate foto e commenti pieni di soddisfazione.
Il pane Naan è uno dei tanti pani indiani, che accompagna i pasti e in qualche modo funge anche da cucchiaio in un paese in cui non si mangia con le posate ma con le mani.
Viene preparato nel tipico forno Tandoor, che è una sorta di campana di terracotta rovesciata. Qui i “dischi” vengono attaccati alle pareti calde affinché possano cuocere in maniera uniforme.
La maniera più tradizionale di mangiare questo pane è spennellandolo con il Ghee (il burro chiarificato indiano) e un trito di aglio e prezzemolo o accompagnandolo con il Chole, una salsa a base di ceci, spezie, pomodoro, cipolla, aglio e zenzero.
Non mi resta che riportare qui una ricetta facilissima e qualche trucchetto (che arriva direttamente dal mio contatto in India) ricordando che il modo migliore per sostituire il forno Tandoor è utilizzare una padella a cui il disco possa rimanere attaccato (la prova consiste nel provare a capovolgerla) o in alternativa usare un testo o una padella antiaderente.
500 g di farina 00
250 g di yogurt o di latte
100 ml di acqua
6 g di lievito di birra secco
1 pizzico di sale
Olio extravergine d’oliva
Consiglio di lavorare il tutto in una terrina e trasferire l’impasto su una spianatoia solo alla fine, per lavorarlo ancora 10 minuti e ottenere un panetto liscio e omogeneo.
Potrete sciogliere il lievito in una parte di acqua e aggiungerla un po’ alla volta. E se necessario aggiungere la seconda parte.
L’impasto è simile a quello della pizza.
Dopo averlo preparato potrete adagiarlo all’interno di una terrina ben oleata e lasciarlo riposare per 1 ora e mezza.
Dividete l’impasto in 8/9 panetti e lasciateli riposare ancora 15 minuti.
Stendeteli con un matterello o tirateli con le mani fino ad ottenere dei dischi di 1 cm circa e cuocete in pentola.
Si conservano per un paio di giorni ben coperti e basterà riscaldarli appena prima di portarli in tavola.