Ciò che lega Abruzzo e Sardegna non si sa bene cosa sia, ma sono certa che qualcosa c’è!
Sarà l’innumerevole quantità di pecore che popolano le due regioni? La semplicità della gente che si dimostra sempre testardamente ospitale? O una cucina fatta di sapori semplici e sinceri, che portano indietro nel tempo e che sanno unire anime buone attorno a un tavolo?
Mi sono cimentata nella preparazione delle Ferratelle o Neole, grazie a un dono di Gessica, la mia amica, la Sommelier con la quale collaboro in #cucinaconsardina e quella con la quale stiamo mettendo a punto ancora qualche progetto.
Non me ne voglia se non ho eseguito alla perfezione, ma son felice di averci provato e di aver imparato qualcosa di nuovo.
Vi lascio una versione semplicissima che si può riprodurre anche con le classiche piastre elettriche per le cialde, ma invito gli amici abruzzesi a raccontare nei commenti qui sotto la storia di questo dolce.
10 cucchiai di farina 00
6 cucchiai di zucchero semolato
3 uova
1 bicchiere di latte
6 cucchiai di olio di semi di girasole biologico
1 pizzico di sale
Mezzo cucchiaino di lievito vanigliato
Un pizzico di cannella
Lavorare le uova intere con lo zucchero, aggiungere il latte, l’olio e proseguire setacciando la farina e il lievito.
Aggiungere un pizzico di sale e la cannella.
Lasciar riposare un minuto e intanto fare scaldare bene la piastra su un lato e su l’altro, ungendola con una noce di burro.
Versare 2 cucchiai di composto sulla piastra e fare cuocere per un paio di minuti per lato.
Secondo la tradizione, pare che il tempo di cottura, fosse scandito da un’ Ave Maria e un Padre Nostro, uno per ogni lato.